Il tempo non è altro che la misura del cambiamento. Quindi il tempo non è per forza lineare: può essere lineare, ma anche ciclico, oppure può tornare indietro: è il cambiamento che può essere ciclico, cioè tornare al punto di partenza, lineare, cioè avere un inizio e una fine, oppure oscillare tra un prima e un dopo. A seconda di ciò che si considera, il cambiamento… cambia: un pendolo oscilla, tra un “prima” e un “dopo”; la centrifuga della mia lavatrice è ciclica; io ogni giorno che passa sono sempre più vecchio.
In fondo, a pensarci bene, la teoria della “relatività” è tutto fuorché relativa. Semplicemente sposta il c.d. “assoluto”: questo non è più il tempo, come voleva Newton, ma la velocità della luce. E’ la velocità della luce in quanto assoluto, paragonata all’assoluto che nella nostra vita comune tutti consideriamo tale, cioè il tempo, che crea tutti i famosi paradossi per i quali la teoria della “relatività” è famosa. Insomma, per Newton è il tempo ad essere assoluto; per Einstein, è la velocità della luce ad essere assoluta. La fisica “a misura d’uomo” è newtoniana, e non è un caso che prima siano venuti Galileo e Newton e poi Einstein e Heisenberg.
Quel “t”, magari con uno o due punti sopra, che i fisici usano dappertutto, lo usano perché sanno come si comporta, ma non sanno cosa realmente esso sia. Per i fisici il tempo lineare è una questione termodinamica; per i comuni mortali è un’esperienza talmente intima ed evidente da essere un fondamento psichico ineliminabile, anche senza alcuna capacità di spiegazione. Sant’Agostino diceva che il tempo uno sa cosa sia, ma non sa spiegarlo.
Che sia una questione non fisica, ma filosofica? Il fisico teorizza, misura e calcola, ma quando arriva a toccare il “tutto”, anche se non lo ammetterà mai, scivola dalla fisica e si mette a fare filosofia. Non lo ammetterà mai perché la filosofia non è più di moda. Che il tempo operativamente sia un “t” in un’equazione lo sappiamo tutti, ma la sua intima essenza è una questione in fondo filosofica. Io sono di questo parere, ma so che molti non lo sono. Certamente però è una questione da meditare.