Questo dominio è stato aperto ancora nel 2012, quando chi ci scrive aveva tentato di lavorare come grafico “freelance”, e all’inizio era un sito statico autocostruito. Come sito statico non era facilmente modificabile e oltretutto dava una cattiva impressione, per cui è passato piuttosto presto a WordPress. Man mano che il tempo passava, si accumulavano nel sito tutti i progetti abortiti (“Scriba Manet” su tutti) e le false ripartenze di un lavoro che in pratica non c’era, e alla fine, quando ho iniziato a insegnare, si è trasformato definitivamente in un blog personale, “Ennio’s Corner”.
Poiché ho sempre avuto interessi culturali piuttosto vasti, anche per il fatto di essere una delle poche persone che non ha deciso a priori e a compartimenti stagni tra cultura tecnico-scientifica e cultura umanistica, il blog affrontava una grande varietà di argomenti. Nonostante i post non potessero che essere a livello divulgativo e non “tecnico” (come dicono i fisici), ho sempre cercato di non essere mai banale. Però “jack of all trades, master of none” dicono gli inglesi.
Tra il fatto che non avevo mai cancellato dal blog i vecchi post “professionali”, e il fatto che, venendomi voglia di affrontare cose sempre diverse, non ero mai riuscito a dare al blog un taglio definito, dopo dieci anni di attività questo era ormai diventato un minestrone, o meglio una lasagna a strati con direzioni diverse a seconda del momento. Alla fine mi sono finalmente deciso a fare una ristrutturazione totale.
Qui però si è aperto un problema. Sarebbe stato necessario concentrarsi in un unico ambito, ma l’unica cosa di cui avrei potuto parlare a livello sufficientemente “tecnico”, cioè la storia delle relazioni internazionali, è diventata da una decina d’anni a questa parte sempre più un argomento inflazionato e pericoloso. E parlare di scuola sarebbe stato ancora più pericoloso, visto che avrebbero potuto leggermi presidi, colleghi e studenti. Quindi niente blog specialistico.
In ogni caso non si poteva più andare avanti senza correggere il tiro e focalizzare un po’ gli argomenti. A questo punto mi sono accorto che una parte consistente delle mie passioni ruotano intorno al cielo: da qui il nuovo nome del blog, “The Watcher of the Skies”, che rieccheggia anche una canzone dei Genesis prima maniera.
Le nuove categorie sono: 1) Astronautica e Missilistica; 2) Aeronautica; 3) Astrofisica e Scienze Naturali; 4) Astrofili; 5) Storia e quant’Altro; 6) Zibaldone.
Le prime due sono trattate ovviamente da un punto di vista storico e non strettamente tecnologico, non essendo io un ingegnere aerospaziale. La terza, sicuramente la più “rognosa”, contiene sia i miei tentativi di progredire un attimo oltre la banale divulgazione “per tutti” che si vergogna della matematica, sia qualche articolo di paleobiologia senza alcuna pretesa. La quarta contiene notizie e commenti sugli eventi organizzati dalle due associazioni di astrofili della mia città, di cui faccio parte. La quinta è dedicata a fatti storici comunque legati alle categorie precedenti. La sesta, come si capisce dal nome, contiene tutto quello che non può rientrare nelle altre categorie. L’ho fatta sia perché non voglio togliermi del tutto la possibilità di parlare anche di qualcos’altro, sia perché non mi andava di cancellare diversi articoli che mi sono costati tempo e fatica. Nello Zibaldone sono finiti anche gli articoli su Tolkien, di cui sono troppo appassionato per non parlarne di tanto in tanto.
Sono spariti invece gli articoli di geopolitica, quelli di musica (quasi tutti, i pochi dignitosi sono finiti nello Zibaldone), gli articoli legati in qualche modo alla mia attività lavorativa precedente, come gli articoli in inglese, gli articoli sulla scuola, qualche articolo di filosofia un po’ troppo pretenzioso, e in generale tutti gli articoli che in un modo o nell’altro andavano troppo sul personale.
Una giustificazione della mia pretesa di scrivere di certe cose
Questo blog ha a che fare con argomenti che si possono trattare in due forme: una storico-divulgativa e una specialistica (“tecnica”). Ovviamente, non essendo chi scrive un addetto ai lavori, gli articoli sono storico-divulgativi. Questo non significa che siano banali, o almeno non hanno nessuna intenzione di esserlo; però l’autore non può assicurare che, pur avendo cercato di fare meglio che poteva, questi non contengano errori o fraintendimenti.
Ludwig Wittgenstein diceva che «ciò di cui non si può parlare si deve tacere.» Vero, ma io non mi rassegno all’afasia su cose che mi appassionano anche se non ho alcun titolo per parlarne. Per me scrivere di ciò che mi piace è un piacere troppo grande per rinunciarvi. Non esiste solo il “dilettante” nel senso deteriore del termine, cioè quello più o meno svitato che si crede un genio (incompreso) e che crede di poter pontificare come un professionista su cose più grandi di lui. Esiste anche un “dilettante” in senso buono, cioè colui che si diletta. Magari con cose che non c’entrano nulla con la sua formazione professionale. E’ uno che nel suo piccolo ha preso sul serio l’esortazione che non siamo fatti per vivere come bruti, ma per inseguire virtù e conoscenza.
C’è poi un altro fatto. Tra il livello A della divulgazione “per tutti”, quella del forno per la pizza che cuoce il panettone con l’uvetta mentre passa l’ambulanza con le sirene spiegate guidata da un tizio con due paia di occhiali Polaroid, e il livello C della letteratura “tecnica”, manca quasi del tutto un livello B intermedio che pure interesserebbe a molte persone, ad esempio ai miei colleghi di materie tecnico-scientifiche oppure agli amici del circolo astrofili. Questi non possono sentirsi sempre dire, ogni volta che il discorso si fa interessante, «ma queste sono cose tecniche, perciò sorvoliamo…», come se chi stia parlando si vergogni della matematica. La sostanziale mancanza di questo livello (con pochissime eccezioni) costringe chi vuole approfondire in modo non banale a una ricerca laboriosissima di fonti affidabili (anche perché i libri non divulgativi sono costosissimi), e a sbattere la testa contro un muro di concetti che al livello A sono male esposti e al livello C sono incomprensibili o peggio dati per scontati.
Ultima cosa
Quando il blog è diventato personale, ho preso in modo molto più rilassato le regole di scrittura web e del SEO “on-page”. Però non è possibile nel web fare articoli fitti e lunghissimi. Per cui spesso l’articolo è il riassunto di un articolo molto più lungo in PDF del quale viene dato il link e che chi vuole può scaricarsi (e magari utilizzare, a patto ovviamente di citare l’autore e di non cambiare il testo). È una soluzione efficace che utilizzavo anche in “Ennio’s Corner”.